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Storia: Antonella e Raimondo

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Storie di amori nella Salerno medievale giungono ai posteri grazie a leggende. Ed è una storia non a lieto fine quella di due giovani amanti Antonella e Raimondo e di un amore nato tra le mura dello storico palazzo che oggi ospita il Museo Archeologico Provinciale della città.

Un amore desiderato ma vietato a causa di un’origine sociale differente. La narrazione della leggenda, molto nota in città, inizia il suo racconto con l’arrivo della regina Margherita di Durazzo che si rifugiò a Salerno successivamente all’uccisione del marito Carlo III, deceduto il 7 febbraio del 1386. La regina allora viveva nel Castel Terracena e con lei anche la sua giovane e bella damigella di corte Antonella. Figlio della regina Margherita era Latislao che, giovane all’epoca impiegato in guerra, un giorno decise di ritornare a trovare sua madre e si fermò a Salerno. Tra i guerrieri che accompagnavano in guerra Ladislao vi era anche un altro valoroso combattente Raimondo, figlio di una nobile famiglia ungherese. Il destino allora fece in modo che i due giovani, Antonella e Raimondo, si incontrassero presso una fontana dei giardini della residenza dei Durazzo, ed i due si innamorarono perdutamente l’uno dell’altra. Quando a corte però si seppe dell’incontro tra Antonella, di umili origini perché figlia di un fabbro, e Raimondo, nobile guerriero, fu imposto ai due giovani di non rivedersi: la damigella fu rinchiusa nel monastero di San Michele mentre Raimondo fu rinviato in guerra in altre battaglie.

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Museo Archeologico Provinciale di Salerno – fonte foto http://vocedistrada.it

Il tempo e distanza non riuscirono però a spegnere il fuoco del loro grande amore. Dopo due lunghi anni il combattente Raimondo tornò vittorioso dalle sue battaglie e fu accolto a palazzo da Ladislao che voleva ringraziarlo per le valorose opere compiute concedendogli terre e castelli ma il guerriero rifiutò chiedendo il solo permesso di celebrare la sua unione con la damigella Antonella, permesso che gli fu concesso ma solo grazie ad un rito nuziale segreto. Nel 1412 però la regina Margherita si ammalò di peste, nonostante si fosse rifugiata in un palazzo poco distante dalla città per cercare di sfuggire all’epidemia in atto a Salerno. Al capezzale della regina giunse anche Raimondo con la moglie, ed appena li vide Margherita di Durazzo riconobbe in lei non Antonella ma sua sorella gemella, (la perfida Vanna che aveva preso il posto della sorella per sposare il valoroso combattente) e comunicò all’uomo che il suo amore vero in realtà si trovava nella stanza affianco alla sua, ormai in fin di vita. Raimondo corse da Antonella ma riuscì solo a ricevere un ultimo sorriso da lei prima di morire. Lo stesso giorno, il 6 agosto 1412, fu seppellita la regina Margherita di Durazzo nel convento di San Francesco, e successivamente la tomba funebre fu collocato nella navata sinistra del Duomo di Salerno. Tragica fu anche la fine di Raimondo che, da valoroso guerriero, perse la testa e si spogliò di ogni suo bene e si ritrovò a vagare per monti e vallate alla ricerca vana del suo grande amore Antonella. Ancora oggi nel palazzo che ospitò i Durazzo c’è la fontana dell’antico giardino dove si ritrovavano i due amanti ed alla quale la leggenda assegna una credenza: se una fanciulla desidera che si avveri il proprio sogno d’amore, in una notte di agosto dovrà avvicinarsi alla fonte, bagnarsi le labbra, e recitare questi versi “Anima della fontanella di Margherita, La regina bella, caccia le lacrime di Antonella, tradita dall’infame gemella”, vedrà così all’improvviso arrestarsi il getto d’acqua e poi cadere sei gocce, le lacrime di Antonella, se riuscirà a raccoglierle tutte sarà avverato il suo desiderio d’amore.

 

anto.bonanno@libero.it